Storia

Rudolf Höss e "La zona d’interesse". La vera storia dello sterminatore di Auschwitz

Rudolf Höss, il gerarca a capo di Auschwitz, responsabile della più terribile macchina di morte mai concepita, è al centro del film "La zona d'interesse", vincitore del premio Oscar 2024.

Il film la Zona d'interesse si è aggiudicato il premio Oscar 2024 come miglior film straniero e come miglior sonoro. Ecco la vera storia del protagonista Rudolf Höss, a cui è dedicato questo articolo di Claudia Giammatteo, tratto da Focus Storia in edicola.

Doveva diventare sacerdote. Suo padre, Franz Xaver Höss, un piccolo commerciante di Baden-Baden, aveva cercato di trasmettergli dall'infanzia la sua bigotta religiosità. Forse, se ci fosse riuscito, oggi nessuno parlerebbe di Rudolf Höss, il criminale nazista responsabile della più terribile macchina di morte mai concepita da mente umana: Auschwitz.

Dopo la Grande guerra. Dopo lo scoppio della Grande guerra, nel 1917, a soli 16 anni, Rudolf Höss (1901-1947) partì volontario nel 21° reggimento dei Dragoni di Baden, combattendo sul fronte iracheno. Quando tornò a casa, decorato con la Croce di ferro, era un uomo e un soldato. Nel clima del dopoguerra, nella Germania sconfitta e umiliata, Höss faticava a reinserirsi nella vita civile. Si arruolò nei Freikorps Roßbach, corpo paramilitare di volontari cui erano affidati compiti di repressione nella Repubblica di Weimar.

Era solo l'inizio. A 23 anni, già iscritto al partito nazista, venne implicato nell'omicidio politico di un ex maestro elementare, Walther Kadow, colpevole di avere denunciato il nazista Leo Schlageter. Fu condannato a dieci anni di carcere e chiuso nel penitenziario di Brandeburgo, che giudicò "una vera scuola di delinquenza".

IL BATTESIMO DELLE SS. Era un detenuto modello, la durezza del regime carcerario gli si confaceva, e gli fece maturare il suo principio morale: "Le direttive sono buone per definizione e vanno eseguite coscienziosamente". Amnistiato dopo sei anni, per un istante gli apparve un futuro diverso. Assunto in un'azienda agricola, sposò la giovane Edwig Hensel, sognando di metter su con lei una fattoria.

Ma le cose andarono diversamente. Dopo avere aderito alla Lega degli Artamani, al grido "Sangue e terra" (Blut und Boden), conobbe Heinrich Himmler, Reichsführer delle SS, che gli propose di farne parte. La paga era buona, l'impunità garantita. Höss accettò.

LA NASCITA DI AUSCHWITZ. Dopo la nomina di Hitler a cancelliere del Reich (30 gennaio 1933), l'entusiasmo di Höss era alle stelle. Fu assegnato a compiti di polizia del "lager modello" di Dachau, in Baviera, destinato alle detenzioni di massa alternative alla prigione. Fece una rapida carriera. Divenne capo di un blocco di prigionieri, poi coordinatore e infine aiutante di campo.

Il 1° settembre 1939, quando la Germania invase la Polonia, lui era già capo del campo di concentramento di Sachsenhausen. E accettò felice la nomina a comandante di un nuovo campo in costruzione: quello nei pressi della sconosciuta cittadina polacca di Oswiecim (Auschwitz in tedesco). Fu lui, nel maggio 1940, a far cominciare i lavori di costruzione presso un'ex caserma dell'artiglieria polacca e, in tempi record, ad accogliere il successivo 14 giugno il primo "carico" di 728 prigionieri politici polacchi ed ebrei deportati su ordine della polizia di sicurezza di Cracovia.

Rudolf Höss - Focus Storia
Focus Storia in edicola racconta come Rudolf Höss sia diventato un gerarca nazista, responsabile di Auschwitz. © Focus Storia

Prima fase. Quando, il 1° marzo 1941, Himmler fece il primo sopralluogo, si congratulò con lui e gli prospettò scenari ancora più ambiziosi. Lo incaricò di espandere il campo in vista dell'arrivo di grandi ondate di prigionieri. "Himmler aveva in mente una capacità di 100.000 internati. Erano numeri sconosciuti alla storia dei campi di concentramento", scriverà Höss nel memoriale Il Comandante di Auschwitz. Dietro quei numeri c'era un disegno strategico: "Auschwitz doveva diventare un'immensa fabbrica di armamenti, occupando i prigionieri".

La banalità del male. Ligio agli ordini ricevuti, Höss iniziò la costruzione dei campi di Birkenau, a tre chilometri da Auschwitz, e di Monowitz, fornendo manodopera per le industrie tedesche. I prigionieri più sani e robusti erano destinati ai lavori forzati, quelli deboli o malati venivano subito eliminati.

Dopo l'invasione nazista dell'Unione Sovietica (22 giugno 1941), Höss ricevette da Himmler una direttiva ancora più mostruosa. Auschwitz doveva diventare "il più grande centro di sterminio di tutti i tempi". Höss non ne fu turbato. In Polonia c'erano già campi di sterminio a Nelzec, Treblinka, Wolzek. Il problema era semmai trovare un metodo di sterminio efficiente.

ANTIPARASSITARIO. La soluzione scelta a Treblinka, il monossido di carbonio prodotto da motori diesel, gli pareva artigianale. E voleva evitare demoralizzanti bagni di sangue: "Le fucilazioni mi atterrivano soprattutto pensando alle masse, alle donne e ai bambini". Nel settembre 1941 il suo sostituto Karl Fritzsch trovò la soluzione, lo Zyklon B: "un preparato di acido prussico usato al campo per la disinfestazione dei parassiti e che si trovava in grandi quantità".

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Cavie. Il "collaudo" avvenne su 900 prigionieri sovietici. Come racconterà Höss,"i russi vennero fatti spogliare ed entrarono tranquillamente nella sala in cui era stato detto loro che sarebbero stati spidocchiati". Dalle aperture del soffitto lo Zyklon B veniva gettato in palline all'interno.

"Si levò un ruggito. Cercarono di forzare le porte, che non cedettero".

Dopo mezz'ora di silenzio vennero aperte le porte. "Per la prima volta vidi grandi quantità di cadaveri gasati. Avevo immaginato un orribile soffocamento, ma i cadaveri non mostravano tracce di contrazione o spasimi. I medici mi spiegarono che l'acido prussico agiva sui polmoni con un effetto paralizzante". Höss ne fu sollevato. "Provai un gran conforto, perché a breve avrebbe dovuto cominciare lo sterminio in massa degli ebrei".

I TESTIMONI. Dal 1942 alla fine del 1944 arrivarono quasi ogni giorno treni carichi di ebrei provenienti dai Paesi europei occupati da tedeschi o loro alleati. Le 250 baracche potevano ospitare 300 prigionieri ciascuna e le quattro camere a gas di Birkenau erano in grado di uccidere 2mila internati alla volta. I forni crematori lavoravano a ciclo continuo. "Mentre gli ebrei dei primi anni contavano sulla possibilità di essere rilasciati, ora sapevano di essere destinati a morire. E il crollo spirituale affrettò il crollo fisico", scrive Höss. "'Questa è Auschwitz. Qui non riuscirete a vivere a lungo' ci dicevano. E continuavano a correrci dietro e picchiarci", ricorderà il sopravvissuto Morris Kornberg.

la beffa. "Quando arrivarono gli ebrei di Salonicco, le SS consegnarono cartoline a tutti perché le spedissero ai parenti, scrivendo 'i tedeschi ci trattano bene, aspettiamo il vostro arrivo'. Intere famiglie si presentarono chiedendo di raggiungere i loro congiunti", testimoniò invece Marie-Claude Vaillant-Couturier.

Ligio. Trasferito all'Ufficio centrale ed economico delle SS di Berlino alla fine del 1943, Höss tornò ad Auschwitz nel maggio 1944 per l'operazione Ungarn-Aktion, detta Aktion Höss, ovvero l'eliminazione di 400mila ebrei ungheresi in soli tre mesi. "Era mio dovere assistere quando bruciavano i cadaveri ed estraevano i denti d'oro, nonostante la puzza orribile. Ero colui al quale tutti guardavano", dichiarerà in seguito Höss. Poi, finalmente, le vittorie degli Alleati riaccesero le speranze.

PROCESSO AL BOIA. Nell'inverno del 1944 le SS ordinarono di sfollare i campi e distruggere il Totenbuch (il "libro dei morti" con le cifre dello sterminio). Auschwitz fu evacuato dalle SS il 17 gennaio 1945 e liberato dai sovietici il 27 dello stesso mese. Dopo un tentativo di fuga, il boia di Auschwitz fu catturato l'11 marzo 1946 dai britannici. Un mese dopo, al processo di Norimberga firmò una sconvolgente confessione: "Dichiaro che durante il periodo in cui ero comandante milioni di ebrei furono messi a morte nelle camere a gas e mezzo milione eliminato con altri mezzi".

Agli ordini. La sua testimonianza resa all'avvocato Kurt Kauffman fu agghiacciante. "È vero che i forni lavoravano senza sosta?". "". "È vero che nelle camere a gas finivano anche i bambini appena nati?". "". "Non ha mai sentito pietà per queste vittime?". "Quello che contava sopra ogni altra cosa era l'ordine di Hitler".

Trasferito in Polonia e condannato a morte dalla Corte suprema di Varsavia, Höss fu impiccato ad Auschwitz il 16 aprile 1947. "Come invidio i miei camerati cui è toccata la morte onorevole del soldato", scrisse durante la detenzione. Non si pentì mai. "Ero diventato un ingranaggio della grande macchina di sterminio del Terzo Reich. La macchina si è spezzata, e anch'io devo morire. Il mondo lo esige".

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22 febbraio 2024 Focus.it
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