Storia

Chi erano le Allgemeine-Ss? I custodi disarmati del Terzo Reich

La "spina dorsale" dello Stato nazista erano le Allgemeine-Ss: l'élite del partito che teneva le redini di una società completamente militarizzata.

Si fa presto a dire Ss, ma non bisogna generalizzare: nella Germania nazista le Ss erano di diversi tipi, con diversi compiti. Scopriamo che ruolo avevano le Allgemeine-Ss attraverso l'articolo "I custodi del Reich" di Roberto Festorazzi, tratto dagli archivi di Focus Storia.

Tre tipi diversi. Nei vecchi film di Hollywood sono sempre cattivissimi e assetati di sangue. E il loro compito è sempre lo stesso: uccidere senza pietà i nemici del Reich, dagli ebrei in giù. Stiamo parlando delle Ss (Schutzstaffel, "Squadre di protezione"), l'élite del partito nazista. Ma non tutte le Ss erano uguali. Ce n'erano infatti di tre tipi. Quelle che si vedono nei film di guerra di solito sono le Verfügungstruppe ("Truppe a disposizione"), che a cominciare dal 1940 si chiamarono Waffen-Ss ("Ss combattenti") e furono destinate alla prima linea. C'erano poi le Ss-Totenkopfverbände, le unità "Teste di morto", incaricate di sorvegliare i campi di concentramento. E infine c'erano loro, le Allgemeine-Ss, le "Squadre di protezione generica".

Errori cinematografici. Il cinema ha spesso rappresentato le Waffen- Ss come maschera dei peggiori abomini, raffigurandole spesso con uniformi nere. Un errore: le unità combattenti vestivano divise di colore grigio o mimetiche. Le uniformi nere, invece, erano appunto quelle delle Allgemeine-Ss. Che non giravano armate e non davano tanto nell'occhio, eppure erano la spina dorsale della società militarizzata del Terzo Reich.

I lunghi coltelli. Le Ss nacquero nel 1925 come guardia personale di Adolf Hitler. Non deve dunque stupire che i loro capi avessero in mano le redini dello Stato. Ma quelle redini se le dovettero conquistare sul campo. A far loro concorrenza c'erano infatti le Sa (Sturmabteilung, "Squadra d'assalto"): erano gli squadristi in camicia bruna della prima ora, più legati alle origini operaiste del partito di Hitler, che si definiva "nazionalsocialista dei lavoratori". Le Ss, a differenza delle Sa, erano legate al Führer da un giuramento di fedeltà assoluta. E infatti furono le Ss a liquidare le Sa nella Notte dei lunghi coltelli del 29-30 giugno 1934. Un cruento passaggio di potere che in Germania è noto come "Röhm-Putsch", dal nome del carismatico comandante delle Sa, costretto a suicidarsi dopo aver visto arrestare e uccidere i vertici della sua organizzazione.

Cambio al vertice. Dal 6 gennaio 1929 le Ss erano sotto la guida di Heinrich Himmler. In pochissimi anni, dopo la vittoria di Hitler alle elezioni del 1933 e dopo la nascita della dittatura, Himmler concentrò nella sua persona tutte le funzioni di comando degli apparati di polizia e di sicurezza del Terzo Reich.

Fino a diventare, di fatto, il secondo uomo più potente della Germania hitleriana. Grazie proprio alla presenza capillare dei suoi uomini negli apparati del partito e dello Stato.

Macchina da guerra. Le Allgemeine-Ss, all'interno delle Ss, erano un'élite cresciuta ad armi e fanatismo. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, contavano circa 485mila uomini, compresi 180mila appartenenti alle formazioni di riserva. Operavano nelle retrovie, ma questo non significa che fossero una semplice appendice burocratica del nazismo. Himmler le considerava infatti la vera avanguardia della nazione hitleriana. Le Allgemeine-Ss gestivano una serie di funzioni di comando vitali, di tipo politico e organizzativo. Erano loro a occuparsi del controllo ideologico di tutta la società, dalla scuola all'industria, dalla supervisione di delicati settori strategici dell'economia bellica all'amministrazione della complessa "macchina da guerra" che furono le Ss.

Tentacolari. Le Ss "generiche" erano organizzate in una tentacolare struttura di comando, articolata in otto diversi dipartimenti: gli Hauptamt. Ne risultò una giungla di sigle, alla quale i tedeschi, per via della lunga tradizione prussiana, erano del resto abituati. Su tutti dominava l'imponente struttura dell'Ufficio centrale per la sicurezza del Reich (Rsha). Era questa la piovra politico-militare che vigilava sulla saldezza del regime, dentro e fuori i confini della Germania. Istituito nel settembre del 1939, era affidato alla direzione del glaciale Reinhard Heydrich, che Hitler battezzò "l'uomo con il cuore di ferro". Dopo l'assassinio di Heydrich, nel 1942, gli succedette nell'incarico un altro mastino, Ernst Kaltenbrunner. Austriaco come il Führer, entrò nella sua cerchia intima.

Il lavoro di tutti i giorni. Ma che cosa facevano, nella quotidianità, le Allgemeine-Ss? L'Rsha controllava tutte le strutture di intelligence, dal Servizio di sicurezza (Sd), alla Gestapo e alla Polizia criminale (Kripo): era quindi responsabile supremo dello spionaggio interno ed esterno, del controspionaggio, della lotta agli oppositori politici e alla criminalità comune. Non solo: intercettava le opinioni espresse dalla popolazione nei confronti del partito unico, con un'azione di monitoraggio costante degli umori diffusi. In pratica, si occupava di snidare oppositori, ingaggiando una lotta serrata a ogni tipo di dissenso. Non è un caso che, nel Dopoguerra, il governo comunista della Repubblica democratica tedesca si sia ispirato al modello dell'Rsha per dar vita al proprio ministero della Sicurezza di Stato, la famigerata Stasi.

Economia e finanza. I tentacoli della piovra arrivavano fin nelle casseforti della Germania. Il Dipartimento economico e amministrativo si occupava delle finanze delle Ss, del sistema dei lager, ma anche della gestione di imprese industriali e agricole.

È un aspetto poco conosciuto della vita del Reich: un fenomeno destinato ad assumere proporzioni enormi durante la guerra, quando le necessità della macchina bellica crescevano di giorno in giorno. Sotto il comando dispotico di Himmler, la già invasiva presenza dello Stato nazista nell'economia tedesca si estese sempre più, fino a diventare predatoria.

Vita quotidiana. L'infiltrazione delle Ss in ogni settore della vita del Reich divenne presto una realtà. E nei territori conquistati dopo il 1939 un incubo. Una gigantesca rete di fattorie, piantagioni, coltivazioni intensive, foreste, miniere, allevamenti, impianti industriali arricchì in primo luogo le Ss e i loro capi, e quindi la Germania. Le Schutzstaffel non solo controllavano, ma anche possedevano tutto quanto facesse funzionare una nazione in guerra. Himmler esercitava un ferreo controllo su 500 fabbriche, che, ad esempio, producevano il 75% delle bevande e il 95% del mobilio del Terzo Reich. Le Ss e il suo capo non si facevano mancare nulla: avevano messo le mani persino su case editrici, fabbriche di porcellane, locali notturni.

Ultima risorsa. Con la guerra, che pure aveva arricchito tanti gerarchi, la forza di retrovia delle Allgemeine-Ss subì una drastica cura dimagrante. Del quasi mezzo milione di unità del 1939, 170mila vennero chiamate in servizio dalla Wehrmacht, l'esercito regolare, mentre altre 35mila entrarono nelle Waffen-Ss. Soltanto 100mila membri vennero esentati dal combattimento in prima linea. Alla fine del conflitto, le Schutzstaffel contavano in totale 840mila uomini, di cui soltanto 48.500 appartenevano alle Allgemeine-Ss. I quadri delle Ss "generiche", nel 1944-45, furono addestrati a proseguire la guerra con sabotaggi e attentati nel caso in cui la Germania nazista fosse stata conquistata dai nemici. Fortunatamente, non ve ne fu bisogno, perché la Germania nazista non c'era più.

4 aprile 2024 Focus.it
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